Paralisi e paresi delle corde vocali: sintomi simili ma approcci terapeutici differenti

Paresi e paralisi: impariamo a distinguerle

Nonostante i sintomi alla voce per entrambi i quadri clinici siano più o meno i medesimi, ovvero raucedine, perdita o limitazione della quantità e qualità della voce, precoce affaticabilità, necessità di ricorrere spesso al raclage, c’è una sostanziale differenza che riguarda la quantità di funzione residua delle strutture che il nervo compromesso innerva.

Si, perché paralisi e paresi sono dovute ad una compromissione della funzione del nervo che altro non è che l’impianto elettrico che porta la corrente al motore, nel nostro caso il muscolo, che risponde contraendosi o rilassandosi ed influenzando così la cinematica delle strutture ossee o cartilaginee a cui essi si connettono. Senza impulso nervoso il muscolo nel corso del tempo perde la sua capacità di contrarsi e riduce la sua massa. Questo fenomeno porta poi alla trasformazione delle fibre muscolari contrattili in tessuto connettivo anaelastico e tessuto adiposo (sostanzialmente grasso) privo di contrattilità. Questo processo è solo parzialmente reversibile e solo se si risolve in un tempo breve la problematica di comunicazione tra nervo e muscolo.

Dopo questo breve preambolo, quindi, qual è la differenza tra paresi e paralisi?
La risposta sta nel grado di compromissione: la paresi è una limitazione della conducibilità dell’impulso nervoso, mentre nella paralisi vi è una interruzione netta e completa dell’impulso nervoso. Nel caso delle nostre corde vocali, quindi, nella paresi la mobilità cordale è limitata ma parzialmente presente mentre nel caso di paralisi la corda vocale è totalmente a-responsiva soprattutto per il movimento di adduzione (cioè l’avvicinamento delle corde vocali alla linea mediana) e tensione.

Quali possono essere le cause?

Nel caso delle paralisi, spesso la causa risiede in complicanze derivate da interventi chirurgici a tiroide, rachide cervicale, laringe che comportano la recisione del nervo responsabile dell’innervazione delle corde vocali e degli altri muscoli intra-laringei (nervi laringeo superiore, e ricorrente – rami periferici del nervo vago).

Oltre alle cause di tipo iatrogeno, altre possibili cause di paralisi cordale sono le infezioni batteriche o virali, i tumori o masse a livello del collo, patologie neurologiche degenerative come la Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) o Sclerosi Multipla (SM) e patologie vascolari come aneurismi o ictus.

Le paresi, d’altra parte, sono spesso dovute ad una compressione o ad un intrappolamento che il nervo laringeo incontra durante suo decorso. È di particolare rilevanza notare come soprattutto il nervo laringeo ricorrente sinistro discenda sino a livello dello stretto toracico superiore, abbracciando l’arco aortico cardiaco, per poi risalire (ri-correre, appunto) verso la laringe. Durante questo tragitto ci sono zone muscolari e fasciali dove il nervo può incontrare ostacoli dovuti a diversi fattori. Tra i principali abbiamo atteggiamenti posturali non simmetrici protratti nel tempo, traumi cervicali recenti o passati, costa sovrannumeraria, overuse del cingolo scapolo-omerale omolaterale e sovra-utilizzo della muscolatura respiratoria accessoria. In questi casi, il vincolo è meccanico dovuto a diverse condizioni acquisite nel tempo ed il nervo, imprigionato, manda un impulso nervoso al muscolo di portata limitata.

Cosa fare in caso di paralisi o di paresi?

Fondamentale prima di tutto è avere certezza di diagnosi medico-specialistica quindi, in caso di sintomi legati alla voce la prima cosa è capire da dove derivi il problema ed interpellare, appunto, uno specialista in foniatria o in otorinolaringoiatria che si occupi di voce.

Nel caso di una paralisi cordale monolaterale l’approccio terapeutico è di tipo conservativo ad opera di un logopedista, possibilmente con esperienza di riabilitazione in voce. Questo tipo di riabilitazione prevede un percorso fatto di esercizi di rieducazione alla respirazione e coordinazione tra respirazione ed emissione vocale associati a esercizi di stimolazione della chiusura della glottide. In caso di paralisi bilaterale ed in assenza di miglioramenti con la terapia logopedica può essere indicata la soluzione chirurgica.

Le paresi cordali, d’altra parte, necessitano di un approccio ibrido che coinvolge, oltre alla figura del medico in primis e del logopedista, anche quella del terapista manuale fisioterapista e osteopata.

Attraverso tecniche di mobilizzazione articolare, stretching, manipolazioni alla laringe e rilassamento muscolare promuove la liberazione delle strutture che limitano la conduzione nervosa e stabilizza questo risultato attraverso esercizio terapeutico personalizzato ed educazione al movimento. Dopo questo passaggio, sarà premura del logopedista rieducare il movimento deficitario in chiusura della corda vocale e tutto ciò che concerne le diverse necessità vocali del paziente.

Come si evince da queste poche riflessioni, il lavoro in team inter-disciplinare garantisce una miglior possibilità di successo terapeutico per il paziente ed in minor tempo.

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