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Se comparassimo il programma di lavoro di un professionista dello spettacolo (cantante, ballerino, musical performer o musicista) e di un atleta sportivo di alto livello noteremmo molte similitudini.

Entrambi spesso si esibiscono/competono in fascia serale con un programma che si ripete tra le 70 e 150 volte nell’arco di una stagione. Questa routine comporta delle alterazioni degli orari di sonno e di alimentazione: spesso le performance terminano nella tarda serata e portano l’atleta e l’artista a dormire fino a tarda mattinata facendogli saltare non di rado la colazione o addirittura, a volte, il pranzo. In questo scenario, spesso lo sportivo professionista ha comunque accesso a:

– Programma nutrizionale fornitogli da un esperto per aiutarlo a capire cosa e quando mangiare;

– Supporto medico e riabilitativo per prevenire e curare patologie sport-correlate;

– Analisi del gesto tecnico per modificare, eventualmente, postura e meccanica dei movimenti erronei;

– Programma personalizzato di allenamento per ridurre il rischio di infortuni da usura eccessiva;

– Supporto psicologico o di un mental coach per superare un momento difficile o migliorare la performance.

L’artista dello spettacolo professionista, al contrario, possiede solo poche di queste risorse pur avendo le stesse necessità dello sportivo di alto livello. Spesso è il performer stesso a crearsi una equipe medico-riabilitativa di fiducia, che però non sempre risulta avere competenze specifiche in campo artistico. Molti medici, fisioterapisti, psicologi e nutrizionisti, infatti, praticano in un contesto di patologia generale, ignorando le necessità o i ritmi ai quali un performer è abituato. Quelle stesse abitudini che spesso sono fattori determinanti nell’insorgenza di problematiche di vario genere. Le attività richieste agli artisti, infatti, sono svolte in molti casi ad altissime intensità e per un periodo prolungato di tempo. Un’ ostinata resistenza fisica ma, soprattutto, psicologica è perciò necessaria per portare a termine la performance in maniera ottimale.

Per questo motivo, l’American College of Sport Medicine ha elaborato una iniziativa per unire le comunità di artisti e atleti professionisti attraverso inter-scambi riguardanti diversi aspetti quali l’educazione alle buone abitudini, allenamento e analisi delle performance. L’artista è così chiamato a spendere tempo per curare il benessere del proprio corpo, strumento fondamentale per una riuscita ottimale della performance che sia esso ballerino, attore, musicista o cantante.

RISCHIO DI INFORTUNIO

Cantare, suonare e ballare sono compiti che richiedono una complessa combinazione di capacità fisiche. I musicisti richiedono al proprio corpo forza, coordinazione e resistenza per suonare e supportare lo strumento. Allo stesso modo i ballerini richiedono forza, stabilità, resistenza e coordinazione per supportare coreografie. I cantanti necessitano di un buon controllo orto-pneumo-fonico e un buon tono-trofismo muscolare generale per sostenere il flusso di aria. Queste necessità possono portare a problematiche fisiche spesso attribuibili a disfunzioni da overuse (da usura).

Musicisti. Studi hanno mostrato che più del 75% dei musicisti di orchestra sviluppa una o più problematiche muscolo-scheletriche riferite al proprio strumento nell’arco della propria carriera professionale. Esistono problematiche comuni specifiche per ogni tipo di strumento date dalla posizione mantenuta, dalla richiesta di gesto specifico o dalla necessità di supporto dello strumento (ad esempio oboe, clarinetto, violoncello).

Ballerini. Circa il 67-95% di ballerini di classica e moderna professionisti incappano in problematiche muscolo-scheletriche ogni anno. Lo stress da usura rimane la problematica più comune e colpisce prevalentemente piede e caviglia, seguiti da anca e colonna vertebrale. Lo stress psicologico, inoltre, contribuisce a provocare o mantenere stati di infiammazione locale. La prevenzione mira ad educare il performer e l’insegnante a modificare il livello di attività per permettere un adeguato riposo per il corpo dell’artista ed a educare ad un miglioramento della tecnica di danza, del lavoro dei piedi e a terra.

Cantanti.  La funzione fonatoria richiede un’attività fluente e sincrona delle corde vocali. I muscoli intrinseci sono responsabili del movimento delle cartilagini aritenoidee e, quindi, anche dell’adduzione, abduzione e tensione delle corde vocali. La muscolatura estrinseca (muscoli infra- e sovra-ioidei) ha il compito di mantenere la laringe in posizione naturale e stabile per permettere a quella intrinseca di contrarsi in modo libero e imperturbato. Nei pazienti con alterazione funzionale della voce, la tensione modificata della muscolatura estrinseca causa una variazione della posizione della laringe nella gola (spesso si trova in posizione più alta) e una inclinazione delle strutture che formano lo scheletro della laringe (ioide, tiroide, cricoide e aritenoidi). Questa alterazione posizionale va ad incidere sulla muscolatura intrinseca creando una tensione a carico delle corde vocali e generando, quindi, un’emissione del suono disturbata.  L’eccessiva attività muscolare che porta ad una alterazione della funzione vocale ha diverse cause che possono essere catalogate in tre distinte categorie: (1) fattori psicologici e/o della personalità. Sono caratteristici in soggetti molto introversi, nevrotici, ansiosi , depressi  e suscettibili allo stress. (2) Abuso della voce : l’overuse dei muscoli  della fonazione, inclusi quelli di laringe, faringe, mascellari, del collo, dell’apparato respiratorio e lingua possono contribuire a una tecnica vocale scorretta. Inoltre, una funzione respiratoria disturbata, così come una funzione alterata dei risuonatori porta ad un alterato focus di risonanza, perdita del controllo vocale e del volume di aria utilizzabile ed, alla fine, uno scompenso della fonazione. I disturbi della voce possono infine essere il risultato secondario di una compensazione dovuta ad un’ (3) alterazione primaria sottostante come una lesione delle corde vocali, reflusso gastro-esofageo, stato ormonale alterato  o infezioni del tratto respiratorio alto. Nel tentativo di mantenere normale il tono e il volume della voce in un’alterazione strutturale della laringe, la tensione  e rigidità delle corde vocali aumentano. Il reflusso gastro-esofageo può causare disfonia per azione dei succhi gastrici rigurgitati che attraversano l’esofago ed arrivano fino in faringe e laringe. Viene così attivata la protezione delle vie, portando a chiusura della glottide, tosse o soffocamento oltre ad un assottigliamento dei muscoli costrittori della laringe e faringe. Il reflusso gastro-esofageo, quindi, può essere causa di tensione dei muscoli estrinseci ed intrinseci della laringe.

ASPETTI DI NUTRIZIONE

Allenarsi e andare in scena a digiuno o venendo da un lungo periodo senza aver mangiato riduce la disponibilità di energia e nutrienti necessari per l’attività muscolare e neuro-ormonale, inficiando sul risultato generale. Studi scientifici hanno dimostrato che mangiare prima di esercitarsi migliora la performance. Per questo motivo esistono delle linee-guida atte a migliorare la performance e ridurre il rischio infortuni:

– Carburante per la performance; mai presentarsi a digiuno prima di una qualsiasi performance, che sia di prova o di spettacolo. Gli artisti dovrebbero mangiare almeno due pasti prima di uno spettacolo serale e un piccolo snack prima dell’inizio dello stesso.

– I pasti prima dell’evento dovrebbero basarsi prevalentemente sui carboidrati (riso, pasta, barrette energetiche, verdure e frutta), moderatamente sulle proteine e limitatamente sui grassi e dovrebbero essere consumati 3 o 4 ora prima dello spettacolo.

– Più lo spettacolo è vicino all’inizio, più piccolo il pasto dovrebbe essere.

– Rimanere idratati. I performer dovrebbero bere tra i 0,4 e i 0,75 litri di acqua al massimo 2 o 3 ore prima dello spettacolo per ottimizzare l’idratazione e permettere eventualmente una escrezione di eccessi di fluidi.

Risulta importante evitare di mangiare troppo tardi durante la notte. Una buona strategia è quella di suddividere i pasti durante la giornata. Gli sportivi professionisti quali giocatori di baseball o di tennis, ma anche gli stessi calciatori, riescono a gestire questo problema assumendo piccole razioni di snack o barrette energetiche nelle pause. I performer possono fare la stessa cosa tra un atto e l’altro o durante l’intervallo per non risultare poi troppo affamati  alla fine dello spettacolo. Si deve inoltre considerare che sia gli atleti che gli artisti, in certi momenti della stagione sportiva o artistica, possono avere pochi momenti di recupero tra una performance e l’altra, per cui una gestione ottimale dell’alimentazione è necessaria per mantenere costante il livello. Di seguito vengono elencati alcuni consigli per la gestione alimentare post-evento:

1) Assumere carboidrati entro 30 minuti dopo la performance restituisce energia al muscolo e diminuisce i tempi di recupero rispetto all’assunzione degli stessi più tardi.

2) Le proteine aiutano al recupero della fatica muscolare e accrescono il muscolo stesso. Gli ultimi studi affermano che 15-25 grammi di proteine è il massimo necessario per stimolare la riparazione e crescita muscolare.

3) Re-idratazione. Assumere circa 4 bicchieri di acqua per restituire i fluidi necessari al corpo, perduti durante la performance.

Adottare delle buone strategie alimentari migliora la tolleranza alla pratica e riduce i tempi di recupero. Per questo motivo un esperto in nutrizione dovrebbe sempre accompagnare la carriera di un performer artistico.

 

Articolo tratto da:

1. Dick RW et al. Athletes and the arts–the role of sports medicine in the performing arts. Curr Sports Med Rep. 2013 Nov-Dec;12(6):397-403

2. Quarrier MF. Performing Arts Medicine: the Musical Athlete. J Orthop Sports Phys Ther. 1993 Feb;17(2):90-5

3. Rubin JS and Lieberman J. Laryngeal manipulation. Otolaryngol Clin North Am. 2000 Oct;33(5):1017-34

 

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