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Il corpo umano soffre la sedentarietà. La posizione seduta nuoce al corpo umano per due ragioni:
La prima è, banalmente, la staticità che per tanti versi può essere individuato come il principale nemico della nostra salute poiché penalizza lo svolgersi delle normali funzioni fisiologiche che sono alla base del metabolismo, favorendo l’insorgere di stasi circolatoria e linfatica, perdita di trofismo muscolare, coordinazione motoria, diminuzione della resistenza alla fatica che si riflette sulla funzione polmonare e in ultimo, va ad inficiare sulla rappresentazione corporea a livello cerebrale, in pratica, diventiamo più goffi e impacciati.
La seconda ragione è posturale. La posizione seduta induce il bacino alla retroversione, ovvero ad una rotazione su asse trasversale che coinvolge l’osso sacro portando il coccige verso l’avanti. Proprio da qui inizia il collasso di un sistema di archi che caratterizza la colonna vertebrale e che hanno un ruolo biomeccanico di basilare importanza per il corretto funzionamento di innumerevoli sistemi fisiologici nell’organismo. Inoltre, la postura sedentaria porta ad innumerevoli squilibri tra le catene muscolari anteriori e posteriori determinando l’insorgenza di accorciamenti, e quindi ipotonia, della catena anteriore ed allungamenti abnormi della catena posteriore. A livello micro-cellulare, è riconosciuto il ruolo del sarcomero come unità funzionale del lavoro muscolare. Esso elicita la sua funzione fisiologica ad una determinata lunghezza che, se modificata, porta ad una inevitabile perdita di funzionalità ottimale che si tramuta, a livello macro-cellulare in contratture, spasmi, dolore, rigidità e infiammazione.